Il racconto di Tugui
Il protagonista del racconto di oggi è Francesco Tugui, difensore dell'Under 17.
Vi ricordo che potete recuperare gli altri racconti scrivendo "racconto" o "racconti" nella barra di ricerca.
Ecco il suo racconto:
"Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 5 anni alla Sisport, l’allora J-Star, scuola calcio Juve.
Lì ho trascorso 6 anni della mia carriera dove ho avuto degli allenatori molto preparati, tanto che la maggior parte sono andati alla Juve, che mi hanno fatto crescere tantissimo.
All’età di 12 anni ho deciso di cambiare aria e sono andato a giocare al Lascaris dove, dopo poco tempo, è arrivata la chiamata da parte del Torino che già da un po’ mi stava seguendo.
Qui ho trascorso due anni, che sicuramente mi hanno aiutato a crescere moltissimo.
Dopo l’anno di Covid, alla ripresa, sono andato all’Alessandria dove ho fatto anche lì il campionato nazionale A-B e la stagione successiva, in quanto per le squadre di Serie C non è obbligatoria l’Under 16, è arrivata la chiamata da parte del Novara per giocare da sotto età nel campionato nazionale Under 17 di Serie C.
Quell’anno mi ha formato molto anche dal punto di vista mentale in quanto alla terza di campionato ho subito un infortunio che mi ha tenuto 6 mesi fuori dal campo.
Per fortuna le operazioni e il recupero sono andate bene e sono tornato più forte di prima.
Questa stagione, a Dicembre, ho deciso di ritornare all’Alessandria dove mister Piccardi, anche lui appena arrivato, mi ha subito fatto sentire parte del gruppo.
Il mio ruolo principale è il terzino (destro e sinistro), ma durante la stagione ho giocato anche come difensore centrale o come braccetto di difesa. Un mio punto di forza è sicuramente la corsa, corsa che uso tanto per sovrapporre e cercare di farmi imbucare in profondità e che mi permette di fare entrambe le fasi, offensiva e difensiva.
I giocatori a cui mi ispiro sono Buongiorno e Bellanova del Torino, due giocatori incredibili che secondo me rappresentano il futuro della nazionale italiana.
Sono un ragazzo molto ambizioso e per il futuro spero di poter arrivare a giocare in Serie A e di vestire la maglia del Torino.
Tuttavia sono un ragazzo che studia tanto e frequento uno dei licei più difficili e rinomati di Torino, il Galileo Ferraris, tanto da trattenermi sveglio per studiare fino a mezzanotte o l’una quasi ogni sera per poter andare ad allenamento il giorno dopo.
In caso dovesse, per qualunque motivo, andar male la strada del calcio, mi piacerebbe comunque studiare medicina e diventare chirurgo.
Proprio per questo motivo negli ultimi 2 anni ho dovuto dire di no a qualche chiamata da fuori regione, ma in futuro chissà…
La cosa che mi motiva maggiormente a dare il massimo in campo sono la mia famiglia e l’ambizione di fare strada in futuro, cosa che mi motiva a fare i sacrifici che faccio e che mi rende consapevole che un giorno ripagheranno tutto il lavoro fatto finora.
Una partita che mi è rimasta impressa nel cuore è stata la partita con il Como l’anno scorso, partita in cui dopo 6 mesi di stop sono tornato a giocare titolare e sono riuscito anche a trovare il gol che mancava da tempo.
Se dovessi tirare le linee per questa stagione la reputerei sicuramente positiva, spiace non aver raggiunto i playoff perché per quanto dimostrato da Dicembre avremmo potuto tranquillamente giocarcela e poi chissà…
Sicuramente questo è un gruppo che mi è rimasto nel cuore, alcuni già li conoscevo dall’Under 15 o dagli anni al Toro, con gli altri invece ci ho legato quest’anno, con alcuni davvero bene.
Spiace per la retrocessione della prima squadra, ma sicuramente vestire la maglia grigia è stato un onore".
Un racconto bellissimo quello del difensore classe 2007 il quale ringrazio per la disponibilità!
Leggi anche: L'Under 17 ha vinto il trofeo "AstiCup"
Aggiungi commento
Commenti